lunedì 17 marzo 2014

E' il momento del coraggio, basta con l'intoccabilità dei dipendenti pubblici!

Mentre attendiamo (con qualche perplessità dovuta ai precedenti bluff) il piano di spending review del commissario straordinario Cottarelli, in altri Paesi che si sono adoperati seriamente in questo senso negli ultimi anni, i risultati cominciano a farsi vedere.

Nel Regno Unito la spesa pubblica è scesa negli ultimi anni dell'8% e sono stati licenziati dipendenti pubblici per 500.000 unità. Eppure la disoccupazione non è aumentata perché il risparmio per le casse pubbliche si è tradotto in manovre per attirare investimenti esteri e far ripartire la crescita e l'occupazione "sana".

In Italia invece vige ancora la sacralità dei dipendenti pubblici che sono di fatto ancora una casta di intoccabili. Proprio sul Corriere della Sera di oggi, uno studio di Sergio Rizzo mostra uno dei tanti scandali all'italiana: lo spreco delle regioni. Mentre in Lombardia (la più virtuosa) i dipendenti per mille abitanti sono lo 0,3, in Sicilia (la più sprecona) i dipendenti per mille abitanti sono il 3,8 con un eccesso di 6.780 unità e 19.165 dirigenti contro i 4.332 lombardi.
Ogni dipendente della regione Lombardia costa ai propri contribuenti 23 euro contro i 178 del dipendente della regione Molise.
E che dire del fatto che la regione Sicilia ha speso per la formazione professionale 4 miliardi di euro negli ultimi anni, mentre la disoccupazione è salita del 42%. Che fine hanno fatto questi soldi?

E' evidente che nel nostro Paese servono tagli con l'accetta nel settore pubblico sia centrale che locale ed è altresì necessario un sistema giudiziario consapevole del fatto che possano essere licenziati anche i dipendenti pubblici di un ente in difficoltà così come è possibile licenziare quelli privati di una azienda sull'orlo del baratro.
Non è possibile continuare a curare il male con l'antidolorifico; ossia tagliando saltuariamente enti inutili ma riassorbendo i lavoratori e dirigenti (con relativi stipendi) in altri enti ma sempre a carico dei contribuenti.


Serve molto coraggio, e speriamo che il nuovo Governo dimostri di averne anche a costo di perdere qualche consenso.



Luca Alberti

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