A quattro giorni dalla
“manifestazione per la casa” sfilata per le strade della capitale
si sta ancora parlando di vittime e carnefici guardando (a mio
avviso) dalla parte sbagliata della vicenda.
Ad alimentare la discussione è
ancora il poliziotto incastrato dalle immagini mentre con un piede
calpesta una ragazza finita a terra in un contesto di totale
anarchia e di guerriglia urbana.
In un contesto di guerriglia
urbana; questo deve essere il punto di partenza della discussione.
E' mai possibile che la stessa
magistratura in grado di spendere milioni di euro in intercettazioni
telefoniche arrivando ad arrestare 24 persone colpevoli di aver
espresso concetti forse forti MA SOLO telefonicamente siano ancora
dietro le sbarre mentre non riesca ad individuare in anticipo quelle
poche decine di scellerati mascalzoni che riescono indisturbatamente
a muoversi di città in città mettendo a ferro e fuoco centri
storici, negozi, abitazioni e soprattutto la vita dei nostri
poliziotti?
E' da anni che le manifestazioni
organizzate da questi individui creano episodi di autentico
terrorismo urbano senza che nessuno paghi per questo.
Esiste una libertà di
manifestazione del pensiero ma non una libertà di manifestazione del
pensiero condita con sassi e bombe carta.
La magistratura deve fare la
propria parte per ristabilire l'ordine delle cose e deve farlo
punendo in modo esemplare i violenti veri, i terroristi e chiunque
approfitti delle manifestazioni per scatenare una guerra nella quale
i corpi di polizia sono COSTRETTI a combattere.
E' da questo che bisogna
cominciare ad agire; dalla violenza vera che tutti sappiamo dove
viene covata, magistratura compresa.
Luca Alberti