mercoledì 16 aprile 2014

Manifestazioni e violenza; due cose ben distinte.

A quattro giorni dalla “manifestazione per la casa” sfilata per le strade della capitale si sta ancora parlando di vittime e carnefici guardando (a mio avviso) dalla parte sbagliata della vicenda.

Ad alimentare la discussione è ancora il poliziotto incastrato dalle immagini mentre con un piede calpesta una ragazza finita a terra in un contesto di totale anarchia e di guerriglia urbana.
In un contesto di guerriglia urbana; questo deve essere il punto di partenza della discussione.

E' mai possibile che la stessa magistratura in grado di spendere milioni di euro in intercettazioni telefoniche arrivando ad arrestare 24 persone colpevoli di aver espresso concetti forse forti MA SOLO telefonicamente siano ancora dietro le sbarre mentre non riesca ad individuare in anticipo quelle poche decine di scellerati mascalzoni che riescono indisturbatamente a muoversi di città in città mettendo a ferro e fuoco centri storici, negozi, abitazioni e soprattutto la vita dei nostri poliziotti?

E' da anni che le manifestazioni organizzate da questi individui creano episodi di autentico terrorismo urbano senza che nessuno paghi per questo.

Esiste una libertà di manifestazione del pensiero ma non una libertà di manifestazione del pensiero condita con sassi e bombe carta.
La magistratura deve fare la propria parte per ristabilire l'ordine delle cose e deve farlo punendo in modo esemplare i violenti veri, i terroristi e chiunque approfitti delle manifestazioni per scatenare una guerra nella quale i corpi di polizia sono COSTRETTI a combattere.
E' da questo che bisogna cominciare ad agire; dalla violenza vera che tutti sappiamo dove viene covata, magistratura compresa.





Luca Alberti